Per giustizia si intende, semplificando un po’, dare a tutti dignità, che sia un clandestino, un carcerato, un malato o un qualsiasi soggetto che si ritrovi in condizioni/situazioni diverse dal normale.
Per giustezza si intende quel sentimento che pervade, generalmente i più forti, per cui sarebbe più giusto spendere soldi per un malato o un pensionato piuttosto che per un carcerato o un clandestino, appunto sarebbe più giusto (per chi?), ma non ci sarebbe stata più giustizia (per tutti).
Le condizioni per cui oggi chiediamo il giusto non per tutti, mutano al mutare della nostra situazione perché esse rappresentano la giustezza di qualcosa che va a nostro favore.
Prendete un qualsiasi potente, qualsiasi cosa gli sia fatta contro, egli risulterà stizzito, non riterrà giusta l’avversità, invocherà leggi, meriti e diritti che poco hanno a che fare con la giustizia.
La giustizia è un processo in evoluzione da quando siamo diventati esseri pensanti, ed anche dopo migliaia di anni, non riusciamo ancora ad essere giusti (oggettivamente), ma pretendiamo il giusto (soggettivamente), travisando deliberatamente giustizia, per giustezza.
Vi è una sostanziale differenza fra giustizia e giustezza.